Ho conosciuto un tale, un tale dirigente:
sognava un Collegio con un sol docente.
Ho conosciuto un tale, un tale coi jeans:
dirigeva la scuola giocando ai marines.
Ho conosciuto un tale, un tale dell’ANP:
temeva docenti contrastivi notte e dì.
Ho conosciuto un tale, un tale di Ferrara
che invece ha una posizione molto chiara,
rispetto a tanti ha un’altra prospettiva:
un’idea di scuola come opera collettiva.
È persona seria e con i piedi per terra
per lui i presidi non vanno alla guerra.
Ha scritto un documento e l’ha firmato:
l’ho letto, l’ho condiviso e l’ho postato.
Insieme a lui firmano diversi dirigenti
non son lo standard ANP le loro menti.
Ciò fa ben sperare per l’oggi e l’avvenire,
se si vuol cambiare bisognerà pur partire.
In questa filastrocca ho fatto riferimento al documento che Francesco Borciani, dirigente scolastico dell’ Istituto di Istruzione Superiore di Argenta (Ferrara), ha scritto insieme ad altri suoi colleghi.
In un contesto reso conflittuale dalla legge 107 e dall’Associazione Nazionale Presidi, il loro testo delinea una posizione diversa: chiara, equilibrata, seria ed importante.
I dirigenti scolastici che volessero sottoscriverlo possono farlo scrivendo a Francesco Borciani, primo firmatario, al seguente indirizzo: francesco.borciani@libero.it
Comunque la pensiate, buona lettura.
I presidi non vanno alla guerra
Ai primi di dicembre l’ANP aveva pubblicato sul suo sito una presentazione sul Piano Triennale dell’Offerta Formativa che conteneva alcune considerazioni sul potere di indirizzo conferito al Dirigente.
Diverse affermazioni non ci avevano convinto. Ci erano sembrate l’espressione, un po’ preoccupante, di un modo di intendere i rapporti all’interno della scuola decisamente distante dal nostro.
Vediamo in questi giorni che quelle considerazioni vengono lette come la posizione ufficiale di tutti i Dirigenti scolastici. Ne riportiamo alcune.
Secondo l’interpretazione proposta dall’ANP, il nuovo modello di titolarità dei docenti, oltre alla possibilità di sceglierli in funzione del piano dell’offerta formativa predisposto in ogni scuola e alla maggiore probabilità di fare squadra, presenterebbe per il Dirigente il vantaggio di “non ‘avere le mani legate’ rispetto a docenti contrastivi”.
Ancora, rispetto al ruolo di elaborazione del CdD (dove la legge 107/15 chiarisce “Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d’istituto.”) si suggerisce di affidarsi ad un gruppo di lavoro, con la raccomandazione di acquisire per prudenza qualche parere “mirato” preliminare, senza formalizzare la consultazione, e di portare il testo in collegio docenti, per una discussione “da contenere quanto possibile”, sottolineando che il Collegio “si può esprimere solo con un voto”.
Infine, per quanto riguarda l’approvazione definitiva in Consiglio di istituto, il documento ANP sottolinea che la possibilità che il CdI intervenga a modificare il testo in fase di approvazione è “un evento da evitare con ogni cura”, preparando “accuratamente la delibera, che sostanzialmente dovrà essere una ratifica”.
Vogliamo ribadire che non tutti i Dirigenti scolastici si riconoscono in queste posizioni, che riteniamo lesive della dignità dei docenti, del ruolo del Collegio e del Consiglio di Istituto e che disegnano uno scenario di conflitto permanente all’interno delle scuole, cercato con determinazione.
L’ANP non rappresenta l’insieme dei Dirigenti scolastici, parla esclusivamente a nome dei propri iscritti, in particolare quando si esprime su temi così critici, con letture e interpretazioni assolutamente di parte.
Noi non ci riconosciamo in una visione di scuola in cui gli Organi Collegiali sono assemblee da controllare, evitando che possano avere voce in capitolo, riducendole al ruolo di chi ratifica le decisioni del Dirigente; o in cui gli insegnanti sono elementi “contrastivi” da ridurre all’obbedienza grazie a nuovi poteri di comando.
Non concordiamo con il suggerimento, sempre contenuto nello stesso documento, di non sollecitare proposte, secondo “il principio dei marines: don’t ask, don’t tell…”.
È una posizione che, siamo certi, non condividono neppure molti iscritti all’ANP e che, in definitiva, produce e alimenta proprio lo scontro che si dice di temere.
Al di là delle posizioni culturali, politiche o sindacali, ci riconosciamo in un’idea di scuola come opera collettiva, realizzata da tante istanze, organi, persone, che lavorano insieme attraverso la via del confronto, in una prospettiva pluralista che non ammette scorciatoie, tantomeno autoritarie. Ognuno di noi, secondo la propria sensibilità, le proprie scelte, le condizioni locali in cui opera, declinerà diversamente il proprio ruolo; ma sempre nell’ottica del dialogo, non certo dell’imposizione o peggio della manipolazione.
Se ANP si prepara alla battaglia, convinta che la L. 107/2015 affidi ai Dirigenti il compito di sconfiggere tutte le altre componenti della scuola, ha letto una legge diversa da quella su cui noi, nella quotidianità dei nostri istituti, stiamo lavorando.
Questa visione non ci rappresenta e non crediamo rappresenti un futuro auspicabile per la nostra scuola.
Ferrara, 3/1/2016
Francesco Borciani, Dirigente scolastico, Ferrara
Lia Bazzanini, Dirigente scolastica, Ferrara
Anna Bazzanini, Dirigente scolastica, Ferrara
Roberta Fantinato, Dirigente scolastica, Bologna
Giovanni Fioravanti, Dirigente scolastico in pensione, Ferrara
Alessandra Francucci, Dirigente scolastica, Bologna
Erika Picariello, Dirigente scolastica, Avellino
Maria Rosa Pasini, Dirigente scolastica, Santarcangelo di Romagna, RM
Sergio Pagani, Dirigente scolastico, Bologna
Antonino Leotta, Dirigente scolastico, Latina
Mario Magnelli, Dirigente scolastico, Fiorenzuola d’Arda, PC
Giovanni Tiberi, Dirigente scolastico, Piacenza
Nevio Tampelli, Dirigente scolastico, Ravenna
Manuela Bruschini, Dirigente scolastica, Piacenza
Deanna Bussandri, Dirigente scolastica, Castel Arquato, PC
Giovanni Fasan, Dirigente scolastico, Fidenza, PR
Paolo Bernardi, Dirigente scolastico, Vergato, BO
Omer Bonezzi, Dirigente scolastico, Vignola, MO
Adriano Cappellini, Dirigente scolastico, Parma
Giovanni Gaulli, Dirigente scolastico, Torrile, PR
Tiziana Tiengo, Dirigente scolastico, Vignola, MO
Giovanni Fasan, Dirigente scolastico, Fidenza, PR
Guglielmo Rispoli, Dirigente scolastico, Napoli
Sergio Simoni, Dirigente scolastico, Bologna
Preneste Anzolin, Dirigente scolastico Palagiano, TA
Antonio Balestra, Dirigente scolastico, Torino
Maria Giuliana Fiaschè, Dirigente scolastica, Roccella Ionica, RC
Renato Cenzato, Dirigente scolastico, Rosà, VI
Orazio Colosio, Dirigente scolastico, Treviso
Giovanna Mezzatesta, Dirigente scolastica, Milano
Antonella Sarpi, Dirigente scolastica, Gravina in Puglia, BA
Ombretta Gentili, Dirigente scolastica, Monte Urano, FM
Franca A. Damico, Dirigente scolastica, Castrovillari, CS
Gaia Gentili, Dirigente scolastica, Ripatransone, AP
Stefano Mari, Dirigente scolastico, Bologna
Piero Bottale, Dirigente scolastico, Leini, TO
Giuseppe Mammano, Dirigente scolastico, Siracusa
Pino Tilocca, Dirigente scolastico, Oristano
Paolo Cortigiani, Dirigente scolastico, Genova
Augusto Gallo, Dirigente scolastico, Napoli
Lorenza Patriarca, Dirigente scolastica, Torino
Lorenzo Franchini, Dirigente scolastico, Busana, RE
Loredana Bilardi, Dirigente scolastica, Livorno
Roberta Fanfarillo, Dirigente scolastica, Alatri, FR
Monica Fontana, Dirigente scolastica, Frosinone
Federico Spanò, Dirigente scolastico, Roma
Maurizio Trani, Dirigente scolastico, Terracina, LT
Naria Concetta Messina, Dirigente scolastica, Roma
Mario Fiorillo, Dirigente scolastico, Terracina, LT
(aggiornamento del 17 gennaio 2016)
Il documento dei dirigenti si trova qui:
La Tecnica della Scuola
Orizzonte Scuola
Rete Scuole
P.S. Le immagini a supporto del documento sono una libera interpretazione del sottoscritto.
PRETESTUOSO E IN MALAFEDE L’ATTACCO ALL’ANP
Occorre partire dai fatti e i fatti si possono anche travisare. Nel nostro Paese i fatti si dimenticano sempre rapidamente e occorre ricordarli agli smemorati e soprattutto a chi fa un uso strategico della dimenticanza e propone, spesso in malafede, analisi e visioni della realtà frutto di ricostruzioni immaginifiche e pretestuose.
Fin dall’inizio la legge 107 è stata oggetto di una lettura distorta, mistificata e fuorviante veicolata anche attraverso una capillare campagna mediatica che ha visto far fronte comune i potentati sindacali e le opposizioni politiche, uniti nella strenua difesa della tradizione contro il tentativo di riformare un sistema pietrificato da oltre 40 anni. Questi sindacati non tollerano che la riforma sia stata sottoposta ad una consultazione popolare, non accettano alcuna riforma anche se dà attuazione a principi imprescindibili se si vuole un sistema di istruzione adeguato alle esigenze del nostro tempo. Non tollerano l’autonomia che implica la responsabilità della dirigenza, non sopportano alcun sistema che misuri e valuti il servizio dell’istruzione al fine di migliorarne la qualità, non accettano che si parli di merito e tanto meno che siano dati strumenti a chi dirige una scuola (sempre che di un dirigente della scuola ammettano la necessità) per riconoscerlo e valorizzarlo concretamente.
Per gli strenui oppositori della Buona scuola la possibilità di individuare il personale cambiando alcune delle regole di reclutamento e di mobilità, abbandonare le attuali bizantine procedure fondate su tragici meccanismi (tra anzianità anagrafica e “lottomatica”), equivale a creare un preside despota, sceriffo, corrotto, collettore di mazzette, mafioso, Putin. La stampa si presta e si allea nell’individuare i difetti della riforma, si compiace di rappresentare il preside in tono macchiettistico, come un grigio burocrate, quando va bene, più spesso come un mediocre incapace del quale cerca di delegittimare l’azione, il ruolo, le funzioni.
È accaduto che l’ANP, che è l’organizzazione maggioritaria dei dirigenti della scuola e promuove, progetta e organizza iniziative volte a migliorare la professionalità dei dirigenti e del personale, abbia scritto in alcune slides, da utilizzare nei corsi di formazione, che nella scuola si lavora meglio se si dispone di docenti collaborativi anziché di “docenti contrastivi” rispetto a quanto progettato nel Piano dell’Offerta Formativa elaborato dal Collegio dei docenti e abbia consigliato di procedere in modo che non si producano situazioni conflittuali tra gli organi collegiali (Consiglio di Istituto e Collegio dei docenti).
È bastato l’aggettivo che ho scritto in corsivo per suscitare reazioni allarmatissime: il termine “contrastivi” è diventato sinonimo di “difensori della libertà”, quella messa in pericolo dai presidi Putin e dall’ANP. L’aggettivo “contrastivo” ha creato l’occasione per evocare scenari apocalittici, si è paventato un autoritarismo che sarebbe già manifesto e tanto grave da indurre i vessilliferi dei contrastivi a chiedere al Ministero di impedire all’ANP di continuare ad esprimersi.
Ora, contro l’Associazione maggioritaria dei dirigenti, alzano la voce anche alcuni dirigenti che, in coda ai “partigiani della scuola” chiedono ai colleghi di sottoscrivere un “appello anti ANP”, sostengono che loro “non vanno alla guerra”, la guerra che ANP avrebbe dichiarato, nella quale individuano il seme dell’autoritarismo, lesivo della dignità dei docenti, del ruolo del Collegio dei docenti e del Consiglio di Istituto. Certamente ci si potrebbe limitare a ridere davanti alla pochezza degli argomenti, ma rimane la curiosità di sapere se gli estensori dell’appello sono davvero convinti che la serenità, che sarebbe ormai perduta a causa della legge e delle parole “battagliere” di ANP, è venuta meno per le azioni e i comportamenti dei dirigenti; se davvero nelle loro scuole quella collaborazione, quella collegialità, quel confronto “ciascuno nel proprio ruolo” esiste o è venuto meno per le parole di ANP o se invece la realtà denunci troppo spesso la mancanza del rispetto dei “diversi ruoli”, delle assunzioni di responsabilità che a ciascuno competono.
Per garantire un servizio di istruzione dignitoso e rispettoso dei bambini, degli alunni, degli studenti, dei cittadini e delle famiglie è necessario il rispetto delle leggi della Repubblica.
Cari Colleghi, di quale collegialità violata state parlando? Quella che esprimono Organi collegiali introdotti 40 anni fa e di cui tutti coloro che lavorano nella scuola ben conoscono l’efficace metodo di lavoro? Quale termine più adeguato si dovrebbe usare per indicare chi si oppone strenuamente a qualsiasi ipotesi di valutazione dell’operato del personale? Quale aggettivo impiegare per definire l’atteggiamento di chi consiglia ogni anno ai propri studenti o alle loro famiglie di non sottostare alle inique prove di rilevazione degli apprendimenti degli studenti (INVALSI)?
L’ANP non fa e non ha fatto mai guerre nella scuola, fa e ha fatto sempre battaglie di civiltà, quelle che si fanno con la forza della ragione, quelle che hanno portato all’autonomia e alla dirigenza.
I colleghi dirigenti che raccolgono firme contro ANP e che guardano la realtà con gli occhiali dell’ideologia che frena ogni cambiamento e ogni scelta, forse non avrebbero dovuto scegliere di fare il dirigente.
Lamberto Montanari
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