12webb-01-424x600Dal Comunicato dell’UdS Ferrara
“Nessun passo indietro.

Il 12 marzo mobilitiamoci per una scuola pubblica, laica e solidale.
Giovedì 12 Marzo l’Unione degli Studenti Ferrara indice una giornata di mobilitazione studentesca contro la Buona Scuola e a favore della Lip.
È giunto il momento di non limitarci alla sola protesta ma di portare in piazza una proposta alternativa di riforma.
Per questo il 12 Marzo saremo in piazza per sostenere la “Legge di iniziativa popolare per una buona scuola della Repubblica“, una proposta di riforma della scuola nata dagli studenti, dai docenti e dai genitori di tutta Italia, una vera riforma democratica nata dal basso.
Torniamo per le strade di Ferrara per manifestare contro i tagli all’istruzione, contro i fondi alle scuole private, contro la logica della scuola-azienda e contro la valutazione del merito.
Occupiamo le strade di Ferrara per rivendicare una vera buona scuola pubblica, solidale, ricca, laica, democratica e inclusiva!
Ore 9:00 CORTEO STUDENTESCO che partirà da Piazzale Dante.
Ore 16:30 ASSEMBLEA PUBBLICA in piazza Trento e Trieste per immaginare un’Altrascuola tutti insieme.
Il Comitato Ferrarese a sostegno della Legge di Iniziativa Popolare “per una Buona Scuola per la Repubblica” sarà in piazza al fianco degli studenti sia durante il corteo che per l’assemblea pubblica del pomeriggio.
Comunque partecipiate, buona adesione alla giornata di mobilitazione studentesca del 12 marzo organizzando iniziative nelle scuole e nelle città che coinvolgano studenti, genitori, insegnanti, cittadine e cittadini.

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Dal sito dell’Unione degli Studenti
12 MARZO IN PIAZZA: NON UN PASSO INDIETRO

Perché scendere in piazza il 12 marzo? Una breve riflessione e tanti materiali utili.
1) Stop alla riforma della scuola di Renzi!
Inascoltate e liquidate con facili retoriche. Il Governo Renzi ha pensato in questi ultimi mesi di trattare in questo modo le tante critiche che venivano fatte al suo progetto di riforma, La Buona Scuola. Nonostante questo non ci siamo fermati e dopo le piazze abbiamo occupato e riempito di idee le nostre scuole, da nord a sud del Paese. Dicevamo che una riforma della scuola non si può calare dall’alto provandola a legittimare con due click in una tastiera, chiamandola poi “consultazione”. La vera consultazione si è fatta nelle scuole del Paese, e l’hanno fatta gli studenti nelle assemblee, autogestioni e occupazioni, molto spesso assieme a docenti, genitori e personale. E questa consultazione nata dal basso, e non calata dall’alto, è stata chiara: il Governo non ha capito nulla di scuola e le sue idee puzzano di vecchio, seguendo le linee tracciate dai governi precedenti. Ma il Governo è stato sordo e si è accontentato di circa 6500 studenti che hanno compilato il questionario consultivo per dire che avevano realizzato la consultazione più grande degli ultimi anni. Sordo e cieco di fronte al mezzo milione di studenti che questo autunno si sono mobilitati in tutto il Paese. Noi però non ci fermiamo, perché la battaglia è ancora tutta da giocare. Il 3 marzo il Governo emanerà un decreto legge e avvierà la discussione su un disegno di legge. Con questi due provvedimenti legislativi vorrebbero cambiare le nostre scuole. Come? Fondandole sulla valutazione in salsa Invalsi e rendendole succubi degli interessi delle imprese che richiedono soltanto basse competenze e precari; aprendole agli interessi e ai finanziamenti dei privati, perché senza questi e senza i contributi delle nostre famiglie, la nostra scuola non riuscirebbe a sostenersi; trasformandone la gestione e rendendola sempre più simile a quella di un’azienda, con al centro il preside-manager; fondandole sulla competizione e sui premi perché quando non ci sono i finanziamenti, dirottati magari su spese inutili o sui cacciabombardieri, si prova a far competere sulla miseria, a far lottare per qualche briciola. Intanto si continuano a favorire le scuole private, con probabili detrazioni fiscali a coloro che iscrivono il proprio figlio in una di esse.

2) L’Altra Scuola la costruiamo dal basso!
11015060_1617878275110253_7578561046456798324_nNel pieno della propaganda di Governo, nessuno ha parlato delle proposte alternative alla “Buona Scuola”. Nessuno ha parlato della Legge di Iniziativa Popolare che come studenti sosteniamo insieme a tantissimi docenti e genitori in tutto il Paese. Vogliamo che finalmente si costruisca una idea di scuola. Quella di questo Governo parla di produttività e di necessità di adeguarsi al mercato. Noi, che siamo “poveri in incubazione”, che subiamo un’esclusione quotidiana dalla cittadinanza, che subiamo una dispersione scolastica altissima nelle nostre classi, non pensiamo sia da favorire l’idea di scuola del Governo. La nostra parla di diritto allo studio, inclusione sociale, rapporto con il territorio, città educativa, life long learning, capacitazioni, autodeterminazione dell’individuo, scoperta di se’, diritto al recupero e bisogni. Una scuola capace di rispondere ai bisogni della società e non a quelli del mercato. Nelle centinaia di assemblee abbiamo iniziato ad immaginare alcune alternative e priorità. Vogliamo offrirle a tutte e tutti per criticarle, stravolgerle, arricchirle. Pensiamo che le priorità dalle quali si debba ripartire siano le seguenti:
Finanziamenti per un’Altra Scuola completamente gratuita e al passo con l’Europa
Studiare non è un lusso! Ripartire dal diritto allo studio per raggiungere la gratuità dell’istruzione
Una nuova scuola dei saperi e del saper fare. Costruire un’opportunità formativa per liberarsi dallo sfruttamento e costruire un’altra formazione tecnica e professionale
Partire dalla sicurezza per costruire una scuola a misura di studente
Per una valutazione che non faccia rima con punizione o schedatura
3) Stop precarietà e austerità: noi valiamo più dei loro profitti!
Il Jobs Act, la riforma del lavoro di Renzi, ci renderà tutti più precari e ricattabili. Siamo ripiombati nell’800 in termini di diritti. Intanto la disoccupazione avanza inarrestabile e, come direbbe una bella canzone de Lo Stato Sociale, saremmo costretti a farci concorrenza tra di noi senza mai lavorare.

E se lavoreremo dovremmo ben sperare di stare simpatici al padrone di turno per non essere licenziati da un momento all’altro e accontentarci di quattro soldi.
Ma se qualcuno pensa che il nostro futuro potrà continuare ad essere marchiato dalla precarietà, dalla povertà e dai ricatti si sbaglia di grosso.
Nel corso dell’autunno ci siamo fatti sentire, costruendo proposte alternative sul modello di lavoro e welfare. Continueremo a rivendicare un reddito di base per uscire dalla precarietà, dalla povertà e dal ricatto delle mafie, servizi, l’istruzione gratuita, un salario minimo, la riduzione delle tipologie contrattuali atipiche, un lavoro di qualità e che non inquini, più diritti per tutte e tutti. Non è più tempo di aspettare.
Oggi, i ricatti subiti dal popolo greco da parte delle élites finanziarie, ci dimostrano quanto la vera democrazia, fondata sulla giustizia sociale, sia incompatibile con gli interessi delle banche e dei grandi investitori, responsabili delle politiche di tagli degli ultimi vent’anni. Il nostro Paese è stato distrutto da queste politiche ingiuste e oggi dobbiamo rivendicare un’Europa diversa e radicalmente alternativa, senza frontiere e confini, che sappia mettere al centro i diritti, le libertà e il lavoro. Solo cambiando l’Europa riusciremo a contrastare preoccupanti fenomeni quali i neofascismi che imperversano nei nostri Paesi e che speculano sul malessere sociale.
C’è bisogno di una riscossa democratica del Paese. Oggi ci giochiamo una partita storica.
La nostra generazione ha un biglietto di sola andata per fuggire da questo Paese puntato sulla testa. Sembra che l’unica nostra prospettiva sia quella di accettare anni e anni di lavori sottopagati o gratuiti, non allineati ad anni di studi che ci sono costati un’occhio della testa, o direttamente la disoccupazione.
Sembra che l’unica prospettiva sia la guerra con chi sta peggio di noi, in una società monopolizzata dalle paure.
Qualcuno oggi ci dice di tornare nei nostri banchi, come se non stesse succedendo niente, come se dovessimo lasciar spazio a qualcun altro che metterà le cose a posto.
Mai che invece si lasci spazio alle nostre idee e soluzioni. Per questo se il Governo e le élites economiche marciano compatti contro i nostri diritti e il nostro futuro, noi non faremo alcun passo indietro, neanche per prendere la rincorsa.

#12m In piazza per costruire un’alternativa a partire dalle nostre idee!

#MeglioLaLip!

Il video seguente è stato creato dagli studenti di Novara.


Vedi anche l’articolo su: Adotta.Lipscuola.it